La Baraggia piemontese, considerato l’ultimo lembo di savana d’Europa, è l’area pedemontana delle Prealpi, sotto al massiccio del Monte Rosa, caratterizzata da un altipiano argilloso e storicamente poco fertile, utilizzato da sempre come pascolo bovino e ovicaprino (transumanza) e per la produzione di legno, che, grazie alle tecniche di irrigazione e sommersione, ha reso possibile l’introduzione e la valorizzazione della coltura del riso.
Il terreno della Baraggia compatto, difficile da lavorare, impermeabile e ricco di ferro, il clima, le acque fredde e pure provenienti dal Massiccio del Monte Rosa e dall’invaso del torrente Ostola che scende dalle Prealpi, comportano una tecnica di produzione assai particolare e impegnata nell’evitare ogni eccesso di prodotti chimici.
La purezza dell’acqua, il clima più fresco e ventilato e le condizioni del terreno danno quindi ai produttori minori quantità di raccolto per ettaro, ma una qualità assai pregiata trasmettendo alle varietà di riso coltivate una maggiore compattezza, una particolare capacità di mantenere più a lungo la cottura e nello stesso tempo esaltano la capacità di assorbire con il giusto equilibrio, i condimenti usati.